Vita quotidiana

«Le donne devono parlare di soldi»

elleXX
Foto: Jonas Weibel
Da novembre 2021 Patrizia Laeri, Nadine Jürgensen e Simone Züger portano una ventata di novità nel mondo della finanza. Sulla loro piattaforma mediatica e finanziaria «ellexx», sviluppata da donne per le donne, fanno informazione e intermediazione di prodotti in ambito finanziario. L’obiettivo? Portare anche le donne a parlare di soldi e spingerle a ottimizzare la propria situazione patrimoniale. Tra i prodotti figura anche una soluzione di protezione giuridica sviluppata insieme a CAP Protezione giuridica, la compagnia nostra filiale.
Intervista: Seline Schneider | Tempo di lettura: 5 minuti

Avete fondato ellexx nel 2021: da allora come si è evoluta la piattaforma?

Abbiamo iniziato nel 2021 con una vision e tre partner famosi tra cui CAP, società filiale di Allianz. Dopo due anni e mezzo, abbiamo costruito la più grande female finance community della Svizzera con ben 50’000 aderenti – e continuiamo a crescere. Le persone non solo ci seguono sui social media ma anche si iscrivono e imparano a colmare eventuali gap a livello economico.

Le donne hanno meno soldi degli uomini, e questo dalla “paghetta” fino alla pensione. Noi forniamo chiarimenti, facciamo vedere come i soldi siano anche una cosa da donne e come le donne possono gestire autonomamente le proprie finanze. Ora stiamo creando una Female Finance App e non vediamo l’ora di rendere la nostra proposta ancora più accessibile all’inizio dell’estate.

Com’è una vostra giornata lavorativa tipo?

Viviamo a New Work e abbiamo un bellissimo boutique office a Zurigo, nel quartiere di Seefeld, ma tutti i nostri dipendenti possono comunque lavorare da casa. Cerchiamo di essere il più flessibili possibile in modo che i dipendenti possano occuparsi della famiglia, studiare o assistere eventuali familiari malati, conciliando al meglio tutte le esigenze. Comunichiamo molto tramite Slack e le riunioni si svolgono sempre sia online che in presenza. Tuttavia teniamo molto anche a vederci tutti in determinati giorni – anche questo è molto importante, così come i colloqui a tu per tu tra i componenti del team.

Quali sono stati finora i momenti salienti?

Sicuramente il fatto di vedere come la nostra squadra si sta ingrandendo: abbiamo iniziato in tre ma il nostro team è il cuore di ellexx, senza di loro non saremmo quello che siamo oggi.

Insieme, nel 2023 abbiamo stabilito un record europeo con il nostro crowdinvesting: in nessun altro Paese un gruppo di neoimprenditrici è riuscito a raccogliere oltre 1.4 milioni di franchi con il crowd funding – noi ci siamo riuscite e abbiamo scritto un piccolo pezzo di storia dell’economia. I numerosi riconoscimenti e le dichiarazioni pubbliche, molto toccanti, che abbiamo ricevuto da parte di chi ha partecipato al crowd funding su ellexx e sulla nostra vision hanno un po’ dato la sveglia al settore finanziario. Tutti vogliono più uguaglianza e sostenibilità anche per quanto riguarda i soldi.

Di recente il Social Enterprise World Forum (SEWF) ci ha premiati con il sigillo «People and Planet first»: siamo la prima impresa svizzera a riceverlo e questo è un grande onore! Si tratta di un riconoscimento che va alle imprese che si impegnano per avere rendimenti socialmente giusti e sostenibili, senza mettere il profitto davanti al rispetto all’ambiente e agli aspetti sociali. E non finisce qui: abbiamo ricevuto la nomination per il SEFWomenAward, l’8 marzo si terrà la premiazione!

Quali sono stati gli ostacoli maggiori?

I soldi. Il maggiore gap nella vita finanziaria delle donne si ha quando si tratta di avviare un’attività imprenditoriale e di accedere a capitali, a finanziamenti importanti. Una neoimprenditrice ottiene il 98% in meno di capitale di rischio rispetto agli uomini – e stiamo parlando di somme ingenti a livello mondiale, di miliardi franchi. Per l’imprenditrice questo significa che le sue idee, le sue innovazioni, i suoi prodotti hanno piccolo respiro, non possono crescere. Basta pensare al settore fintech svizzero: più di 100 milioni di franchi sono stati investiti in singoli roboadvisor o neobanche che tuttavia non decollano, hanno meno asset under management rispetto a noi e una comunità molto più ristretta della nostra. Abbiamo dovuto finanziare la nostra start-up con solo il 2% del budget mediamente disponibile a un imprenditore maschio – e la cosa è difficile e snervante.

Per non parlare del sessismo economico dei media, anche se in questo caso fortunatamente eravamo ben assicurati a livello di protezione giuridica con CAP! Negli ultimi anni nessun’altra start-up è stata trattata in modo così parziale e prevenuto come è accaduto a noi, anche come imprenditrici. Ma noi andiamo avanti lo stesso!

Avete l’impressione di aver portato qualcosa di nuovo con ellexx? Il mondo della finanza oggi è più a misura di donna?

Fino a tre anni fa in Svizzera non esisteva ancora una discussione su “donne e finanza”, ma ora anche un numero sempre maggiore di banche tradizionali sta cavalcando il trend e cerca di attirare le donne. La cosa è poco credibile, si tratta di pinkwashing e infatti direzioni generali e consigli di amministrazione rimangono prevalentemente a maggioranza maschile. Noi neoimpreditrici invece ci battiamo da decenni per le donne. Comunque, molto è stato fatto, il tema è attuale e le proposte per le donne aumentano. ellexx è riuscita ad avviare qualcosa di importante ed è per noi motivo di orgoglio che anche le istituzioni finanziarie tradizionali ci vedano come competitor.

Cos’altro occorre per fare un passo avanti sulla strada delle pari opportunità?

Purtroppo di passi non ne basta uno, ce ne vogliono centinaia! Il WEF ha calcolato che ci vorranno altri 267 anni prima che donne e uomini abbiano le stesse opportunità economiche. ellexx ci terrà occupate tutta la vita.

Qual è l’errore più grande che le donne fanno quando si tratta di soldi?

Non investire. Non è mai troppo presto per iniziare. Il miglior amico dell’investitrice è il tempo: prima si inizia a investire, più si beneficia dell’effetto dell’interesse composto. Tutti dovrebbero iniziare a investire a 18 anni. Negli ultimi anni il mondo degli investimenti si è democratizzato, si può anche iniziare con piccoli importi. I dati storici mostrano che i mercati azionari rendono in media il 6-7% all’anno. Tuttavia molti non riescono a immaginare una crescita esponenziale: ecco perché nei nostri corsi eliminiamo la paura di investire.

Quali consigli darebbe alle donne con poca esperienza in ambito finanziario e che cominciano a pensare a qualche investimento?

Di aderire a ellexx ;-). Troveranno un’interlocutrice che le può supportare per ogni questione finanziaria, che le accompagna senza ubriacarle di tecnicismi, da donna a donna, con strumenti adeguati. Poi abbiamo dei tool per la gestione del budget. E siccome anche l’occhio vuole la sua parte, l’aspetto grafico è particolarmente curato. Dimostriamo concretamente che «Finances are Fun». Le nostre sessioni di coaching, i corsi e i video sono sempre molto seguiti e le checklist e gli articoli che forniamo alle aderenti permettono loro di gestire le proprie finanze anche in modo indipendente. La questione va al di là del semplice investimento; è un tema trasversale che ha rilevanza in quasi tutti gli aspetti della vita.

E cosa possono fare gli uomini per sostenere le donne in ambito previdenziale?

Possono farsi anche loro carico, in egual misura, delle mansioni familiari e del relativo mental load. E magari regalare un’iscrizione a ellexx ;).

Insieme a vari partner proponete vari prodotti, tra cui l’assicurazione di protezione giuridica CAP. Perché secondo lei la protezione giuridica è così importante (soprattutto per le donne)?

Il divorzio o la perdita del lavoro sono particolarmente pesanti per le donne. Assieme a CAP siamo riusciti a fare molto, visto che ora è la prima assicurazione di protezione giuridica in Svizzera a offrire questi servizi, grazie alla nostra collaborazione. Le donne si trovano spesso ad affrontare problemi legati al diritto del lavoro: basti pensare alla gravidanza, alla maternità, ma anche alla discriminazione salariale (purtroppo il divario retributivo tra i sessi è ancora del 18%), al sessismo, al mobbing. Le donne devono essere in grado di difendersi e l’accesso alla giustizia è anche una questione di soldi. Un’ora di colloquio dall’avvocato arriva facilmente a costare 400 franchi, una cifra decisamente superiore a un anno di assicurazione di protezione giuridica.

Cosa c’è di speciale nella collaborazione con CAP?

Questa collaborazione è qualcosa di pionieristico! Un’assicurazione di protezione giuridica a misura di donna, fatta dalle donne per le donne, non si era mai vista prima in Svizzera. Il team di CAP prende sul serio la questione e le esigenze delle donne come clienti. Abbiamo sviluppato insieme un prodotto innovativo. Ma c’è ancora da lavorare, c’è bisogno di molta più informazione! Le donne hanno le loro ragioni e i loro diritti. Continuiamo quindi a realizzare contenuti insieme alle esperte di tutela legale e alle avvocate della CAP. Per esempio abbiamo prodotto insieme il podcast AkteXX e offriamo alla nostra community numerose sessioni di coaching pratiche in materia di diritto di famiglia e del lavoro.

Quali sono i vostri progetti per i prossimi 3 anni?

Il gap economico tra uomini e donne è un fenomeno internazionale: vogliamo che nei prossimi anni il maggior numero possibile di cittadine europee possa trarre vantaggio da ellexx. Per il momento lanceremo in primavera la nostra app Female Finance, che ci permette di rafforzare economicamente le nostre e i nostri utenti in modo ancora più mirato e personalizzato. Seguirà in autunno «Close The Gaps», un libro. Si tratterà di un’opera epocale, basata sulla ricerca, che si spera possa migliorare la vita finanziaria di intere generazioni di donne in Svizzera.

E a livello personale, quali sono gli obiettivi?

Noi vogliamo eliminare le sperequazioni, puntiamo a condizioni paritarie e speriamo di non morire prima di vederle realizzate! Il denaro è l’ultima frontiera della parità.

Porträit Patrizia Laeri
Patrizia Laeri, CEO
Donne e finanza: questa la passione di Patrizia Laeri. Economista e premiata giornalista economica, è capace di spiegare con semplicità concetti economici complessi. È considerata una paladina delle pari opportunità nei media e fa parte delle giurie di numerosi Business Award al femminile. Oltre che per le pari opportunità, si impegna per il progresso tecnologico nel comitato consultivo dell’Institute for Digital Business HWZ.
Porträit Nadine Jürgensen
Nadine Jürgensen, COO
Autodeterminazione e indipendenza: questi gli obiettivi dell’opera di sostegno verso le donne di Nadine Jürgensen, avvocata e giornalista politica di grande esperienza. Come redattrice di cronaca nazionale per la NZZ, editorialista per il Tages-Anzeiger e lo Schweizer Monat nonché come saggista e presentatrice, Nadine si occupa regolarmente di parità, sostenibilità e diritto, tematiche in cui non fa mancare il suo contributo critico. La sua è una voce influente per quanto riguarda l’uguaglianza politica in Svizzera, anche in qualità di co-presidente del movimento WE/MEN, l’associazione di uomini e donne che si adopera per una maggiore parità nella sfera pubblica, e assiste come consulente il team di Tadah e il Conscious Influence Hub.
Porträit Simone Züger
Simone Züger, CIO
Designer e imprenditrice che sa come coniugare design e tecnologia, per trasferire le emozioni nel mondo digitale e costruire un brand forte. Simone gestisce a Zurigo il proprio studio di design, specializzato in branding e product design. Che si tratti di platform building, UX design o digital asset artistici, Simone è attratta da tutte le tematiche digitali e ama creare esperienze entusiasmanti su vari canali. Simone opera inoltre come giurata e docente ospite in varie università in Germania e in altri Paesi. A Zurigo ha avviato la serie di eventi «Ladies, Wine & Design» per mettere in contatto tra di loro le donne del settore creativo e dare vita a un sistema di assistenza reciproca. È stata anche membro del consiglio di amministrazione di Medienfrauen Schweiz.
Foto: Jonas Weibel